DEFINIZIONE DI VENE VARICOSE RECIDIVE DOPO STRIPPING
Una recidiva varicosa è la comparsa di vene varicose in una “rete”già trattata.

Per “rete” si intende un gruppo di vene afferente ad un asse venoso sottofasciale.
Questi assi sottofasciali sono:
1 La safena interna e la safena anteriore, che hanno in comune la cross safeno femorale
2 La safena esterna (o piccola safena)
3 La vena di Giacomini
4 Le perforanti gemellari, quelle della faccia esterna della coscia e altre non in comunicazione con gli assi safenici e che danno origine a vene varicose.

Quindi se un paziente è stato curato per vene varicose della safena interna e dopo qualche anno presenta vena varicosa che origina dalla safena esterna non ha una recidiva varicosa ma una evoluzione della malattia congenita ( le vene varicose) di cui è affetto.
PANORAMA DEI TRATTAMENTI PER LE VENE VARICOSE
I trattamenti delle vene varicose si dividono in conservativi e demolitivi ( conservano la safena o demoliscono, togliendola o bruciandola, la safena)
L’unico intervento che conserva la safena ed ha risultati a distanza validi e “certificati” , è la cura CHIVA.
I trattamenti che demoliscono la safena si possono dividere in 2 gruppi
– Chirurgici, cioè lo stripping della safena, che corrisponde alla asportazione per strappamento della vene safena
– Endovascolari, che hanno come finalità di chiudere la safena senza toglierla agendo dall’interno
Questi trattamenti sono
1 – Il laser (EVLT) che brucia la vena a temperatura comprese fra 85 e 120 gradi
2- La radiofrequenza che fa la stessa cosa del laser
3- Il vapore: viene sparato sulle pareti interne della safena vapore acqueo a 100°, bruciandole
4- La colla ( detta Superglue) che incolla le pareti della vena
5- Il Clariven: una sonda gratta la parete interna della vena in modo da lesionarla e rendere più efficace lo sclerosante che viene iniettato subito dopo
6- La Scleromousse: è l’iniezione all’interno della safena di una mousse fatta di aria e liquido sclerosante che causa una trombosi della vena e di conseguenza la sua chiusura.
7- Trattamenti combinati laser e scleromousse, che combinando le loro azioni cercano di chiudere in modo stabile e duraturo la safena.
Questi trattamenti rappresentano una innovazione tecnologica ma non terapeutica, perché altro non fanno che demolire la safena come lo stripping che è un intervento vecchio di 120 anni.
Le Vene Varicose Dopo Eliminazione Chirurgica Della Safena Interna
Premessa
Le recidive della vene varicose di cui parleremo in questo paragrafo sono quelle che intervengono dopo asportazione chirurgica della safena, cioè dopo stripping, mentre delle recidive dopo trattamento laser parleremo in altro capitolo.
Le recidive dopo stripping possono suddividersi in :
- Dovute alla recidiva di un punto di fuga già trattato
- Dovute alla ricomparsa di un nuovo punto di fuga nella stessa rete operata
- Senza la recidiva di nessun punto di fuga
Per saperne di più sulla recidiva di un Punto di Fuga fai click qui.
Recidive di un punto di fuga già trattato:
A) le recidive della cross safeno femorale:
L’intervento della rimozione della safena mediante stripping prevede di effettuare all’inguine la deconnessione della safena dalla femorale e di legare e sezionare tutte le vene collaterali provenienti dall’addome che terminano sulla safena alla cross (arco safenico).
La cross safeno femorale è il punto in cui , quando incontinente, il sangue dalla femorale passa nella safena e ne determina un sovraccarico che porta alla formazione di vene varicose e di insufficienza venosa cronica .
Animazione del ritorno venoso nel soggetto con le vene varicose
La recidiva di questo intervento consiste nella riformazione di una comunicazione fra la femorale e la sede dove prima si trovava la safena e porta quindi ad una nuova formazione di vene varicose (recidiva)
Quando questa legatura recidiva, mancando la safena, si formeranno vene varicose alla coscia anche dove prima dell’intervento non c’era niente.
La recidiva dalla cross sono sostanzialmente di due tipi:
1) la recidiva dopo chirurgia non corretta , con legatura della safena non a raso della femorale
2) le recidive dopo intervento chirurgico correttamente eseguito
1) la recidiva dopo chirurgia non corretta
E’ importante ricercare con l’eco-color-doppler quale è il tipo di vene varicose recidive , perché questo condiziona le scelte terapeutiche ed i risultati
Nel caso di una recidiva di tipo A, cioè da chirurgia non corretta, sarà spesso possibile reintervenire e fare una legatura della safena a raso della vena femorale ottenendo ottimi risultati a distanza.
Gli elementi ecografici che ricerchiamo per capire se la legatura non era stata effettuata nella sede corretta sono:
1- la presenza della valvola terminale della cross nel moncone safenico
la presenza della valvola vuol dire che il moncone è stato erroneamente lasciato dal chirurgo che ha effettuato l’intervento.
invece il moncone si fosse riformato dopo l’intervento non ci sarebbe alcuna valvola.
2- La presenza di vene collaterali rettilinee nel moncone safenico
In questo caso la legatura era stata effettuata a raso della collaterale invece che a raso della femorale.
Se la collaterale si fosse invece riformata dopo l’intervento non sarebbe rettilinea ma tortuosa.
3- la presenza della safena anteriore connessa alla femorale.
In questo caso la legatura era stata effettuata sopra la safena anteriore invece che a raso della femorale.
4-E’ possibile incontrare anche casi in cui la safena anteriore è stata confusa con l’interna ed è stata rimossa solo la safena anteriore ( che era sana) lasciando la safena interna ( non funzionante) al suo posto.




In tutti i casi precedenti la recidiva della giunzione safeno femorale è dovuta ad un errore di tecnica chirurgica ed un intervento riparatorio potrà essere effettuato con successo.
2) Le vene varicose recidive dopo intervento chirurgico sulla cross safeno-femorale correttamente eseguito
Quando alla esplorazione ecodoppler della cross safeno-femorale recidiva non è presente un moncone safenico oppure il moncone è corto e non ha connesse collaterali rettilinee vuol dire che l’intervento era stato fatto in maniera corretta.
La possibilità quindi di avere un risultato positivo re-intervenendo è molto remota.
In questo caso quindi sarà da preferire la tecnica sclero-mousse che è estremamente semplice da effettuare e che da buoni risultati.Il paziente dovrà essere avvisato che la sclero-mousse non è una tecnica definitiva, perché le vena sclerosate si riaprono e le vene varicose di conseguenza tornano fuori. Si dovranno fare quindi dei controlli preordinati per verificare se c’è ricanalizzazione ed intervenire di conseguenza.

Considerazioni sul trattamento sclerosante in questo tipo di recidive
Con il tempo i controlli andranno a diradarsi ed i risultati piano piano si stabilizzeranno.
La scleromousse in questi tipi di recidiva dalla cross safeno femorale è preferibile per la sua sicurezza e semplicità di esecuzione rispetto ad un intervento chirurgico che in questi casi è particolarmente indaginoso e come già detto , non da buoni risultati.
Per approfondire la scleroterapia leggete questo post.
B) recidiva varicosa e partenza da collaterali di origine pelvica.
Nella donna che ha partorito è facile incontrare delle collaterali che emergono nella zona perineale è che hanno un flusso diretto verso il basso.
Il flusso in queste collaterali origina dal plesso utero-ovarico spesso come conseguenza degli arrangiamenti della circolazione durante la gestazione.

Il flusso di queste vene termina spesso nella vena di Giacomini e da qui nella safena interna.
Quando però la safena interna viene rimossa la collaterale darà inevitabilmente origine a nuove vene varicose. Lo stripping della safena è infatti considerato la tomba dei refeussi pelvici, perché le possibilità di trattare un reflusso pelvico togliendo la safena sono pari a zero.
Molto spesso questi reflussi sono preesistenti all’intervento ma sono stati ignorati a causa di una diagnostica frettolosa.
Altre volte possono comparire dopo una gravidanza avuta dopo lo stripping.
C) le recidive da perforanti del canale di Hunter ( alla coscia)
La perforante di Hunter è una vena che mette in connessione alla coscia la safena interna con la femorale.
Può accadere che dopo intervento di interruzione della cross safeno femorale con o senza la asportazione della safena, che questa perforante diventi incontinente cioè fa passare il sangue dalla vena femorale verso la superficie dando origine a nuove vene varicose se la safena interna , suo naturale bacino di drenaggio, è stata rimossa.
Se invece la safena non è stata asportata il flusso di questo nuovo punto di reflusso (cioè questa perforante incontinente) andrà ad incrementare la portata della safena e se l’intervento Chiva è stato fatto correttamente il paziente non avrà vene varicose recidive e sarà completamente asintomatico.
Video Recidiva Dalla Perforante di Hunter
D) Recidiva da perforanti della gamba
Dopo lo stripping della safena interna le recidive da perforanti della gamba sono molto rare e spesso rappresentano solo una fantasia interpretativa da parte di chi esegue l’ecodoppler e non sa spiegare le vene varicose recidive senza punti di fuga.
E) Recidive della vena di Giacomini
In certi casi la cross safeno poplitea presenta un flusso patologico verso la pelle durante la fase di contrazione muscolare.
Questo flusso può risalire sulle vene di Giacomini che termina nella safena interna, ed essere la causa di vene varicose recidive della safena interna.
In questo caso lo stripping della safena non serve assolutamente a niente se non a peggiorare le cose e complicare enormemente il trattamento che questo tipo di vene varicose recidive.
Recidive senza punto di reflusso
Queste recidive sono la conseguenza diretta della asportazione della safena. Quando ad un paziente viene proposto di togliere la safena la domanda che frequentemente fa il paziente è : ” scusi dottore ma il sangue dove va quando la safena non c’è più?”. La risposta che viene data è che trova altre strade e che la safena è malata e deve essere rimossa.
La rimozione della safena però crea un ostacolo al drenaggio venoso che deve si trovare altre strade ma sono strade arrangiate e non quelle predisposte dalla natura e portando alla formazione di vene varicose recidive. Ed è proprio qui che la CHIVA fa la differenza, garantendo alla safena di funzionare lo stesso anche se le sue valvole non funzionano. Questo evita questo tipo di vene varicose recidive e limita molto l’evoluzione della malattia varicosa.
La minore evoluzione della malattia varicosa dopo intervento CHIVA è stata dimostrata anche in importante lavoro di un biologo tedesco .
Per Saperne di più vai su Veneinforma.com.
A questo link un video di una relazione congressuale sulle recidive dopo stripping :