Le Critiche alla cura CHIVA (versus Radiofrequenza)

Commento al documento sulla cura CHIVA pubblicato sul sito www.senzavarici.com

(ogni contestazione contiene link alle prove)

I commenti sono in grassetto

Il procedimento CHIVA ha avuto origine in Francia in un periodo in cui già erano conosciuti i rilevanti effetti collaterali dello stripping convenzionale, ma non si conoscevano alternative così delicate come la moderna terapia a radiofrequenza.

Commento: La radiofrequenza non è una terapia delicata perché il suo scopo è quello di “friggere” la safena invece di toglierla. Ciò necessita di un anestesia importante, che copre tutto il decorso della safena da trattare, di infiltrare con soluzione fisiologica i tessuti per evitare ustioni della pelle, dei nervi e dei linfatici che decorrono accanto alla vena ed ha un dolore postoperatorio notevole , come quello di una bruciatura dei tessuti.

Un lavoro che paragona CHIVA e Laser endovascolare , metodica molto simile alla radiofrequenza, conclude che la CHIVA è meno invasiva, meno dolorosa e consente un rientro al lavoro precoce ( Chan, C.-Y.a , Chen, T.-C.b , Hsieh, Y.-K.a , Huang, J.-H.c . Retrospective comparison of clinical outcomes between endovenous laser and saphenous vein-sparing surgery for treatment of varicose veins (2011) World Journal of Surgery, 35 (7), pp. 1679-1686 )

Radiofrequenza
Immagine di un apparecchio di radiofrequenza per bruciare la safena

Il metodo CHIVA deriva dall’idea che si dovrebbe mantenere la vena safena, ma si dovrebbe liberarla dalle sue vene affluenti malate. Questo è possibile solo per via chirurgica con una molteplicità di incisioni spesso grandi – sopra le vene affluenti ed è quindi un procedimento che da una parte è molto dispendioso e dall’altra lascia frequentemente notevoli cicatrici.

Commento: Queste affermazioni sono inventate per calunniare la metodica CHIVA. Circa 80 video di casi clinici pubblicati su you tube dimostrano il contrario. 

A ciò si aggiunge che il procedimento CHIVA favorisce in modo estremo la ricomparsa divarici (“recidive”): più del 70% dei pazienti operati deve venire nuovamente operato almeno una volta entro solo 5 anni. Mancano quasi completamente nella letteratura mondiale ulteriori conoscenze scientifiche sul procedimento CHIVA, per cui il procedimento vale come particolarmente mal documentato scientificamente.

Commento: Anche queste affermazioni sono inventate. La CHIVA è l’unico intervento per le vene varicose che è validato da 3 Trials Prospettici Randomizzati di evidenza A e da 1 Review della Cochrane Library . La letteratura sulla CHIVA  e  la Review della Cochrane Library che ne validano i risultati sono consultabili. Questi lavori scientifici rappresentano gli strumenti individuati dalla Evidence Based Medicine per valutare l’efficacia di una terapia. 

Piamide EBM
La piramide mostra come gli RCT e la Review della Cochrane siano i criteri più importanti

Dove è la letteratura di pari evidenza scientifica che valida la radiofrequenza ? Perché non la citate invece di sparlare senza documentazione?

Per questi motivi non impieghiamo più il procedimento CHIVA nel nostro istituto (cosa che facevamo in passato assolutamente come servizio specialistico), bensì contiamo suprocedimenti scientificamente ben documentati, moderni, delicati, “minimamente invasivi”, come il metodo del catetere a radiofrequenza.

In esso viene inserito – senza provocare cicatrici – un sottile catetere con una puntura nella vena safena malata e questa viene chiusa internamente con grande precisione aumentando in modo mirato la temperatura della punta del catetere.

Al contrario del procedimento CHIVA e del convenzionale stripping delle vene, che lasciano peraltro cicatrici, non devono in questo caso nemmeno venire indossate grosse calze medicali a compressione per 6-12 settimane: esse devono venire indossate solo per tre giorni; la capacità lavorativa viene recuperata di regola già il giorno dopo l’operazione.

Commento: ripetono le illazioni già dette sopra.

Questo procedimento è stato esaminato scientificamente in modo molto preciso in studi indipendenti (al contrario, tra l’altro, del metodo CHIVA e dello stripping) ed è così ben documentato nella sua efficacia da avere ricevuto nelle “direttive” della Società Tedesca di Chirurgia, vincolanti per noi chirurghi, il “grado di evidenza A”. Il procedimento stripping convenzionale, che è notevolmente peggio documentato nonostante sia stato inventato nel 1907, ha invece il grado di evidenza “B”; il procedimento CHIVA non viene per niente menzionato in quanto metodo outsider.

Commento: La CHIVA è un intervento riconosciuto in tutto il mondo, anche in America dove non è diffusa ed è  poco conosciuta soprattutto perché perché non è annoverata fra gli interventi rimborsabili dal sistema assicurativo. Nonostante ciò Peter Gloviczki nel suo articolo sulla disamina di tutte le tecniche per il trattamento delle varici intitolato ” The care of patients with varicose veins and associated chronic venous diseases: Clinical practice guidelines of the Society for Vascular Surgery and the American Venous Forum ”  prende in esame la cura CHIVA 

Ciò che dice della cura CHIVA nell’articolo è selezionato in questo file 

Le conclusioni dell’articolo sono:

Noi suggeriamo la conservazione della safena con il trattamento emodinamico delle vene varicose ( CHIVA ) in pazienti con vene varicose, quando l’intervento è effettuato da medici esperti in emodinamica.

Nel nostro istituto vengono operati annualmente  secondo punti di vista moderni, in modo delicato e minimamente invasivo, innumerevoli pazienti operati in precedenza altrove con il procedimento CHIVA.

Commento: Mi dispiace per la Società Tedesca ma i pareri degli specialisti non suffragati da prove di efficacia , secondo i criteri della Evidence Based Medicine , non valgono niente. Al contrario la letteratura scientifica di evidenza A, che secondo la EBM rappresenta le più importanti prove di efficacia, è molto chiara sui risultati della CHIVA (il link è sopra). Mi dispiace che voi non sappiate fare la CHIVA, forse molti pazienti sarebbero felici di avere la propria safena e usarla per un by pass  invece di farsela friggere dalla radiofrequenza.

4 commenti su “Le Critiche alla cura CHIVA (versus Radiofrequenza)”

  1. RINGRAZIAMENTO AL PROF. ERMINI STEFANO

    Caro Professor Ermini,
    Visitata il 30 e operata il 31 marzo 2015, mi ha profondamente colpito la sua sapiente semplicita’ condita di altissima professionalita’.
    Da 36 anni con varici “scoperte” in Zaire (ora RD Congo) dal mio ginecologo nella prima gravidanza, infermiera di professione che ha visto piu’ volte gambe amputate perche’ “non c’erano piu’ vene da togliere”, non volevo mai neppure parlare dell’argomento. Mettevo pomate, calze, cuscini e via di questo passo.
    Ma nel gennaio 2015, mentre mi trovavo in U.S.A. nella casa di mia figlia dove ero andata per fare la babysitter al neonato di 4 mesi, mi “scoppio’ l’ulcera varicosa con sangue zampillante ad angolo retto”. Il dolore, dopo uscita dal Pronto Soccorso, era continuo e lancinante, dormivo poco e mi ero fatta comprare una sedia alta con schienale e rotelle per poter cucinare.
    Cominciai affannosamente le ricerche su internet, tutte in Italia, iniziando dalla mia regione, il Friuli V.G., ma non avevo trovato un bel niente che mi ispirasse. Poi ero caduta sul sito del Professor S. Ermini che mi ha subito colpito per la metodologia usata che ho sposato immediatamente.
    Avrei dovuto rientrare in Italia per accompagnare mia figlia in una breve vacanza, ma a causa degli esami complementari (ECG e sangue), partii una settimana prima di lei, lasciando mio marito da solo col neonato durante il trasferimento in Niger di mia figlia per lavoro.
    Sono contentissima del risultato: mio marito mi ha detto che la gamba e’ dimezzata, cioe’ e’ ritornata alla grossezza normale di prima. Anche le figlie si sono complimentate. Anzi una loro amica belga, durante una conversazione sulle vene varicose, si e’ convinta ad andare in Francia per poter adottare il metodo CHIVA che considero ultrarivoluzionario dopo due millenni di sofferenze soprattutto femminili ed anche grazie al grande amore che hanno il Prof, Ermini e la sua equipe affinche’ le donne riacquistino la stima di se’ ecc.ecc.
    Lo consiglio senza distinzione a tutti coloro che ne hanno bisogno, donne e uomini compresi.
    S.Z.

  2. Ringrazio moltissimo la sig. Vera per questo commento, che mi da modo di fare due precisazioni:
    1- Le safene della sig. Vera erano/sono SANE e non hanno bisogno di niente, ne di essere fritte con il Laser, ne di essere trattate con la cura CHIVA. Da qui un consiglio, quando per una patologia minore vi viene proposto di operare la safena diffidate sempre e ricercate altri pareri, meglio nell’ambiente pubblico dove è meno facile, ma non impossibile, trovare indicazioni forzate o inventate come in questo caso.
    2- La rimozione della safena, anche se la vena è veramente incontinente, causa un danno al drenaggio dei tessuti e se la paziente soffre di cellulite un conseguente peggioramento. Figuratevi cosa succede a eliminare una safena sana !!!

  3. Recentemente sono stata visitata in Germania da un medico che appunto promette di essere “senza varici”, e sono rimasta un pò perplessa quando, dopo l’ecocolordoppler, mi ha detto che avevo tutte e due le safene incontinenti e per questo andavano tolte chirurgicamente con un’operazione al laser che le avrebbe eliminate. Francamente nutrivo un sacco di dubbi sulla necessità di asportare le safene, e su questa tecnica demolitiva, così mi sono rivolta al prof.Ermini, il quale mi ha controllato e ha diagnosticato una continenza di entrambe le safene, senza alcun bisogno di intervento chirurgico…..anzi, nel mio particolare caso ha detto pure che l’ipotetico intervento demolitivo avrebbe peggiorato drammaticamente la situazione!Spero che le mie safene restino continenti, ma in ogni caso non credo proprio che le farò distruggere….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.