Questo articolo fa comprendere l’importanza conservare la safena nel trattamento delle vene varicose con la cura CHIVA.
La safena è la vena più lunga che abbiamo. Essa origina dalla caviglia e decorrendo nella parte interna della gamba e della coscia giunge fino all’inguine, dove confluisce nella vena femorale comune. Non è una vena sottocutanea, bensì è rivestita da una fascia che forma intorno ad essa come una calza elastica. Questa calza elastica naturale fa sì che la safena anche se ammalata, si dilati modicamente e non diventi quasi mai tortuosa. Per la presenza di questa fascia le vene varicose che noi vediamo ( varici ) quando un paziente soffre di insufficienza venosa superficiale sono delle vene accessorie e non la safena.
La sua funzione è quella di indirizzare il sangue dalla superficie fino alle vene profonde che si trovano al di sotto dei muscoli, attraverso le quali il sangue ritorna fino al cuore (questa funzione viene sempre conservata nella cura CHIVA ).
Essa ha quindi una posizione intermedia fra la superficie e la profondità e costituisce una specie di collettore di raccolta. E’ connessa con le vene profonde all’inguine e anche durante il suo decorso attraverso un sistema di vene dette comunicanti , o perforanti ( perchè perforano la fascia muscolare ), che la mettono in comunicazione con le vene profonde in modo che il sangue che viene dalle vene più superficiali una volta nella safena possa raggiungere senza difficoltà le vene profonde. La sua funzione nel ” drenaggio “, cioè nel ritorno del sangue al cuore, è quindi molto importante.
La safena è anche una vena che può salvarci la vita.
Infatti essa può essere utilizzata in cardiochirurgia e in chirurgia vascolare per effettuare dei by-pass che permettono di superare delle ostruzioni, come per esempio al cuore, in caso di ostruzione delle arterie coronariche.
Le varici, cioè un quadro di insufficienza venosa superficiale in cui la safena non ha più le valvole che funzionano, sono una malattia che in genere si manifesta prima dei 30 anni, quando il paziente non soffre ancora di arteriosclerosi e non pensa alla sua safena come parte di un intervento salvavita.
Le terapie più conosciute per il trattamento delle varici prevedono la asportazione della safena ( stripping ) o la sua distruzione con la scleroterapia o con il laser endovascolare.
Ciò, oltre a creare un danno al drenaggio che la natura dovrà cercare di correggere, priva il paziente della possibilità di usare la safena per un intervento salvavita come un by pass.
Sappi che oggi esistono delle procedure scientificamente validate ( la cura CHIVA ) per il trattamento delle vene varicose che non prevedono la distruzione della safena e che sono realizzabili in anestesia locale con un intervento ” leggero” e che hanno risultati a distanza superiori allo stripping ed al Laser. Per saperne di più: www.veneinforma.com
Il medico mi ha chiesto di togliere la safena ? Che faccio la tolgo ?
ho tolto la safena da un mese.. e soffro peggio di prima.. Si è creato un grumo che il chirurgo dice che si assorbirà nel tempo con una pomata e le calze elastiche…che odio
Nel frattempo c’è sofferenza.. inoltre le varici sono, mi sembra, più scure..
Lui dice che per quanto riguarda le varici bisogna aspettare 2 o 3 mesi.. condannandomi anche questa estate a non mostrare la gamba..
Ho il sospetto che si possa fare di più…